Tinder ai tempi di Topazio

Ci sono momenti in cui mi piacerebbe essere la protagonista di una telenovela sudamericana.

Bellissima, rincoglionita, odiata da tutti, prima povera e poi ricchissima e soprattutto in balia degli eventi.
Prendiamo Topazio ad esempio: nasce cieca, viene scambiata in culla e viene allevata dalla matta del paese, in una catapecchia di fango e cacca di vacca, vestita di stracci, handicappata e analfabeta.

Ma è bella.

Fortuna vuole che mentre fa il bagno nello stagno passi un dottore con la camicia aperta che si innamora di lei a prima vista.

Amore che viene ricambiato, poiché lei non può vedere né la sua faccia da caciottone, né i suoi capelli improponibili, né tanto meno come costui si veste.

Naturalmente i due vengono ostacolati, dalla famiglia di lui, dallo sfigurato innamorato di lei e dalla zerfia innamorata di lui.

Così lui la lascia (dopo aver scoperto che lei è incinta,presumibilmente del cattivo che l’ha stuprata, ma questo è un dettaglio), lei va nel peggior ospedale di Caracas e si fa operare agli occhi, vede la luce, scopre improvvisamente di esser stata scambiata in culla e di essere ricchissima, partorisce, si fidanza con l’oculista a cui non la darà mai ma che gli mantiene il figlio e che le offre un lavoro come infermiera (del resto solo il peggior ospedale di Caracas poteva assumere come infermiera un’analfabeta) e quando sta per sposarsi per gratitudine col povero ripiego, ecco che il dottore con la camicia aperta la rivuole.
Grossomodo la trama è questa, un canovaccio già scritto. Ripetuto in mille mila storie tutte uguali.
Bella e sciocca Topazio, non è nient’altro.
Ma ha la fortuna di essere bella quindi può permettersi di starsene lì ferma a non fare una cippalippa perché tanto c’è sempre qualcuno che le rovina la vita e qualcun altro che gliela risolve.
Delle telenovelas io adoro le cattive.
Con quelle spalline enormi, quegli orecchini giganti, quei capelli tirati all’indietro e quelle sigarette sottilissime. Le cattive sono altrettanto belle ma sono matte col botto: uccidono, piromano, accoltellano, torturano.

Tutto per amore, vendetta…ossessione.
Le cattive verso la fine delle puntate rinsaviscono, sempre poco prima di schiattare, perché il karma ha in serbo sistematicamente un bell’incidente stradale, uno stagno pieno di piranha, un phon nella vasca da bagno e così via.

La mia telenovela personale è questa invece:
Ho avuto un duro scontro con Onassis e una serie di disastri su tinder mi hanno portata qui, sul mio divano di Poverolandia ad imprimere le mie memorie post-coito dopo aver salutato EtaBeta.
Niente da fare, squadra che vince non si cambia, anche se non giochiamo i mondiali.
Ma andiamo per gradi, che mi devo spiegare bene…

Onassis si è rimesso con Jackie  ed è arrivato qui in pompa magna con regali per i cani e una calamita da frigorifero per me, dopo essersi fatto cinque giorni a Monaco con la sua, di nuovo, fidanzata.

Argomento principale: vuole lasciare il lavoro, smettere di pagare il debito che ha con me, vendersi tutte le chitarre e partire con Jackie verso lidi sconosciuti per rifarsi una vita.

Un pranzo fuori al limite del surreale in cui non ha risparmiato insulti alla sottoscritta, nuovamente rea di avergli rovinato la vita, insulti alla mia famiglia e infine, dulcis in fundo, è arrivato a mostrarmi foto di lei che mi fa il dito medio con immancabile lingua de fori.

Lui in versione Villano e lei con le spalline e i capelli tirati indietro che mi fa la linguaccia con quella faccia da pipistrello.
Due giorni dopo i due saranno avvistati in gita alle cascate da una nostra conoscente, che non ha tardato a comunicarmi che la Jackie dimostra almeno 40 anni, ha il culone e Photoshop fa miracoli…che ti aspetti da una che sta con un vecchio, non lavora e si professa ARTISTA su instagram?

Io ripiombo nello stato catatonico dell’estate scorsa, non riesco ad accettare che un uomo che dice di avermi amato così tanto si comporti in maniera così volubile con me…due settimane dopo, lei si farà portare a Napoli per il week end e poi lo mollerà di nuovo, lui allora cercherà di recuperare il rapporto con me in uno strano delirio di mezzanotte su whatsapp, in cui tenterà di farmi preoccupare per il suo stato psicofisico misto a redenzione per avermi trattato male, tenterà un approccio malmesso a cui io risponderò con uno stilosissimo “Ok, ciao.”

Ma per non farci mancare nulla, in questa estate assurda, mettiamoci dentro anche Tinder e le sue meraviglie…qui abbiamo proprio una classifica di casi umani che sbloccherebbero il collo di Filippo Bisciglia di Temptation Island.

5°Posizione
Ted Mosby- il dickpick

Io e Ted Mosby abitiamo relativamente vicini, l’unico motivo per cui ho iniziato a vederlo è stato questo, doveva essere il classico trombamico pret-à-porter, attraente ma sfigatello, simpatico e buono ma senza nulla in comune.

Il che esclude sia possibili innamoramenti ma anche l’interesse… Mi dimentico sempre di lui.

Ora, ci credete che non vedo la sua faccia da quella sera in cui non feci in tempo a toccarlo? Ecco.

Considerate adesso un’altra cosa: almeno una volta a settimana, da allora, costui mi pensa.

E siccome è romantico mi manda le foto del suo pisello, da maggio ad oggi, possibilmente a ridosso del weekend. Ci saremo dati buca cinque volte, perennemente impossibilitati all’ultimo momento.

Una mattina si è scusato per un bidone e non ricordavo nemmeno di avergli dato un appuntamento la sera precedente.

Ma poi tac, arriva la foto.

Al che gli faccio notare che abbiamo scopato mezza volta e che ho visto più il suo coso in foto che live e che comunque non è che sia proprio Rocco Siffredi insomma, bastava una pick per impararlo a memoria.

-“Ma quanto ti piace fotografarti eh”-

-“Mi eccita che le guardi tu!” –

-“ormai ricevo e cancello”-

-“Quando ci vediamo, Norma?”-

-“Non saprei, devo dar da mangiare all’iguana, annaffiare i geranei e andare in vacanza in un luogo dimenticato da Dio. Per ora scusa, niente di personale con il tuo affaretto ma mi vedo costretta a bloccarti”-

modalità non me ne frega niente ON.

4° Posto
L’Invitatore Nomignoloso

Questo l’ho conosciuto la stessa settimana in cui è apparso Etabeta nella mia vita, in quei giorni ovviamente non rispondevo e pensavo sarebbe finita lì.

Poi Etabeta ha cominciato a fare ghosting e ho passato qualche notte al telefono in videochiamata con questo invitatore nomignoloso.
Che ovviamente mi ha invitata:
Nella sua casa al mare.
Sulla sua barca.
A prendere un tiramisù vicino casa sua.
A casa sua.
Di nuovo nella sua casa al mare.
Di nuovo in barca.
In campeggio.
Tutto questo come primo appuntamento, relativamente al buio, mi spaventa un po’, gli dico.

Ma lui continua a parlare con quella zeppola, in maniera velocissima e incomprensibile.
-“Basterebbe un caffè alla stazione, magari non ci piacciamo, no?”- suggerisco
-“Ah ma io le cose me le devo vivere cara la mia bambolona al miele”-
-“Potresti evitare questi nomignoli? Non mi conosci nemmeno, mi urtano!”-
-“Sei proprio carammellosa, c’hai pure la voce carammellosa”-

Alla fine, dopo aver ricevuto l’ennesimo invito a mangiare una granita di caffè con panna a 90 km da casa mia, mentre tra l’altro stavo aspettando il Diodelsesso detto Etabeta, ho deciso di chiuderla.

-“Scusa Invitatore nomignoloso, sei sempre stato rispettoso e gentile con me, mi dispiace declinare ogni tuo approccio ma ci sono difficoltà logistiche e ti avevo accennato anche al fatto che ho un’altra relazione. Ecco, le cose si stanno facendo serie.”-  Mento spudoratamente.
-“Detto tra noi, cara la mia zuccherosa filante, non ci credo a questo fantasmagorico fidanzato che hai, ma rispetto la tua decisione.”- Risponde dubbioso.
Ma vai a cagare tu, la barca, il tiramisù e la casa al mare…che sono quattro mesi che mi chiami Cremosonabella e ancora non ti ci ho mandato.
Modalità fastidio ON.

3° Posizione
Il geloso
Lo conosco su tinder ed evito di dargli il mio numero non appena capisco che per lui non c’è differenza tra punto interrogativo e punto esclamativo.
Le sue domande sono le seguenti:
“Ma quanti anni hai!”
“E che lavoro fai!”
“Vuoi sapere che lavoro faccio io!”
Bastarda, continuo la conversazione esclusivamente per ridere con la Poliziotta, il Geloso va in Sicilia per lavoro e continua a scrivermi sulla chat di tinder.
“Che fai!”
“Perché non rispondi!”
“Sei con qualcuno!”
“Che fai!”
E niente, dopo un po’ ho optato per l’annullamento della compatibilità. Modalità !!!111 ON.

2° Posizione
Il Fenomeno
Lui vive qui vicino, è uno chef, sta cercando di aprire un ristorante, nel mentre si gode un anno sabbatico.
Ha una montagna di interessi che non interessano a me, ascolta musica rap, legge libri di Valerio Massimo Manfredi, fissato con l’antica Roma, i vichinghi e il trono de spade. Echeppalle.
Snocciolo i miei interessi che sono la letteratura orientale, il festival di Sanremo e la musica trash.

Ovviamente non coglie l’ironia…Ma va?

-“Dammi il tuo numero”-
-” non ne vedo il motivo”-
-“Come faccio a conoscerti?”-
-“Stiamo chattando, no?”-
-“Sì ma non capisco perché. Siamo compatibili no? Dovresti darmi il tuo numero”-
Allora vagli a spiegare che su Tinder non c’è nessun algoritmo che ci accoppia ma semplicemente ci si basa su i chilometri di distanza, l’età e le fotografie.
-“Ah, e quindi tu non sei la donna giusta per me?”-
-“Temo proprio di no ma ti ringrazio per il like”-
-“Ma figurati io l’ho messo a tutte convinto che fossero quelle scelte dal sistema per me”-
Annullata compatibilità col Fenomeno.
Modalità Maria De Filippi ON.

1° Posto
L’Offensivo
La nostra compatibilità si apre durante la notte della luna rossa.
Mi chiede subito di vederci per un aperitivo quella stessa sera, gli spiego di guardare i chilometri prima di fare certe proposte ma apprezzo l’audacia.
Mi scrive il suo numero e chattiamo un po’, gli annuncio che sto per partire e che casomai ci vedremo dopo la vacanza, lui insiste e si vede disposto a prendere un treno il mattino seguente e raggiungermi qui.

-“Ok, andiamo a pranzo fuori e se ci stiamo sulle balle ti riporto alla stazione”-  perché è importante premettere che potremmo starci sulle balle non avendo parlato praticamente di nulla.
Infatti passo quattro ore a sentirlo parlare di quanto è bravo Salvini.
Che i migranti stanno negli hotel e gli italiani in mezzo a una strada e che le donne sono tutte zoccole soprattutto la sua ex amante che era sposata, il marito li ha scoperti e lei è rimasta col marito.
E poi è della Lazio. Come se non bastasse.
A pranzo non fa nemmeno il gesto di offrire, controlla e dice “sono 20 a testa”…Ma mi sta bene eh, se solo fosse stato un filino più gentile.
Un filino.
Del resto se guardi l’orologio in continuazione, rispondi alle domande ma non mi chiedi un cavolo, deduco che l’antipatia sia reciproca. Lo riaccompagno alla stazione, lo saluto con una certa fretta dettata dall’imbarazzo, gli chiedo se vogliamo prendere un caffè mentre aspettiamo il treno.

Lui mi dice che non lo vuole il caffè e che posso anche andarmene.

Ci scambiamo un bacio sulle guance con la falsa promessa di risentirci al ritorno dalle vacanze e me ne vado.
Fortuna ha voluto che il treno abbia ritardato. Di due ore. Ma io che cavolo ne sapevo?
A mezzanotte mi arriva questo whatsapp:
-“Certo che manco un messaggio per sapere se ero vivo o morto…m’hai scaricato due ore alla stazione sotto il sole cocente. Sei veramente squallida.”

Eccomi, in balia degli eventi come la miglior Topazio.

A prendermi insulti, dubbi, declinando inviti, spiegando le mie imperfezioni, dimenticando il buon senso.

Non ci ho proprio pensato a scrivergli per sapere se era sopravvissuto ad un viaggio in treno, per me era finita lì.

Per me un quarantatreenne dovrebbe essere in grado di salire e scendere da un treno.

Ho tentato di fingermi morta ma continuava ad insultarmi e l’ho dovuto bloccare.

Non dico che mi abbia rovinato la vacanza ma sì che ci ho pensato. Ma da quando sono così fragile e stronza allo stesso tempo? Perché finisco col passare per maleducata?  ma poi…è davvero maleducazione non informarsi del rientro di qualcuno?

E fu così che la Norma passò il resto dalle sue vacanze a Riccolandia, su un materassino gonfiabile a forma di fetta di cocomero, cazzeggiando con Alotta e bevendo whiskey tutte le sere, col naso all’insú, festeggiando ogni stella cadente con un infarto, l’evento clou di Ferragosto è stato il concerto di Pupo, dovrebbe bastare a decretare il fallimento totale di queste ferie.

Mi manca Etabeta, anche se siamo in contatto, gli amici sono quasi tutti in vacanza, tutti in diverse zone della Grecia, io mi massacro di sport e guardo minchiate cinesi su Netflix.

Abbronzatissima e incazzata nera con Onassis, col mondo, con me stessa.

Mi manca anche il sesso, lo ammetto, c’è poco da fare, non sono una santa. Ma di sbloccare Ted Mosby non se ne parla, la verità è che o me la faccio passare sta fissa, oppure richiamo Etabeta.
E infatti sono sul divano di Poverolandia a scrivere dal cellulare, quasi in pace col mondo e in balia degli eventi, riscaldata da abbracci bellissimi e da una notte che ha avuto silenzi lunghissimi, risate e baci che ancora fanno male alle labbra.
Tralasciando la passione che mi ha travolta appena aperta la porta in stile film americano, con attimi di porno estremo al piano di sotto, sulle scale e di sopra, eccoci che stremati da una resistenza tantrica che ha toccato vette di allegria pari solo al biondo dei ricchi e poveri che irrompe con “Io canto al ritmo del dolce tuo respiro” , mi sciolgo come un polaretto al sole quando mi chiede, semplicemente, “come stai, ragazza?”

Perché lo ha capito che qualcosa non va.

E gli racconto tutto, tutto quello che mi fa male, la capacità che ho di ferirmi, il fatto che posso sopportare tutto ma non che quella cagnetta mi faccia le boccacce in fotografia, che lui si faccia tronfio della sua conquista per poi scrivermi che gli manco quando puntualmente viene mollato.
Lui si sfoga, parla del lavoro, delle sue preoccupazioni, delle sue sfighe e dei suoi spostamenti continui.

E penso a quanto è meraviglioso il nostro rapporto.

Sono consapevole che fuori dalla bolla in cui ci incontriamo dureremmo quanto un gatto in tangenziale, ma se questi ultimi mesi sono stati belli è soprattutto grazie a questa bolla in cui ogni tanto ci rinchiudiamo.

E mi dimentico il resto, il mio lavoro, il continuo cercar soluzioni alternative per sbarcare il lunario e pagare le bollette, Onassis e le sue stronzate, gli altri deficienti che ho conosciuto, gli scazzi con mia madre e mio padre, la macchina col cruscotto spento e tutto quello che ho dentro.

Perché lui conosce solo la donna che scoppia a ridere appena vede le mutande di super Mario e capisce che allora quello sconosciuto amante sta leggendo questa rubrica. Anche se non ne parla mai.
E che non c’è bisogno di aggiungere altro, se quando ci salutiamo non sappiamo mai se ci rivedremo.
Siamo già fuori dalla bolla, catapultati nella realtà, sconvolti da quel poco tempo passato assieme e in forze per affrontarla singolarmente quella puttana della realtà.

Si sta annuvolando, cancello le tracce del suo passaggio, dopo aver avuto una notte per sentirmi cieca, piccola, fragile e in balia degli eventi come ogni tanto merito anche io di sentirmi.

Immortalo il momento, la pelle si raffredda, fumo una sigaretta, quasi Settembre.

Si ricomincia a scrivere, si ricomincia a cantare.


P.S. La Callas cambia giorno, ci riaggiorniamo MARTEDI 25 Settembre, vi aspetto.

bene matto a tutti

Norma Castadiva

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8 commenti su “Tinder ai tempi di Topazio

  1. “settembre mi dirai, quanti amori porterai”
    è un continuo saliscendi tra gente in prova, gente da cestinare, uomini da pattume, “sottotitoli per non troppobrillanti”: io leggo, inconsciamente rido, esternamente sorrido, rivedo nelle tue parole miei trascorsi personali (sfortunati incontri) ma soprattutto rifletto sempre sulla stessa cosa: ma come cazzo fai ad avere quella pazienza da squalo per sopportare il citrullo del tuo ex?
    E’ come un dio nordico di cartone, una figurina posticcia di un personaggio che fu in vetrina: leggo e ritiro anche la pena che come essere umano (e appartenente al genere maschile) mi capita di provare per gli altri.
    Provo solo ribrezzo.
    Molto peggio del fenomeno, almeno “puro” negli intenti e nelle intenzioni.

    Devono aver buttato lo stampo, dopo aver creato te, una combinazione di cellule pazienti, sigarette senza nome, spalle che reggono uragani e animo da missionaria comboniana.

    Quando soffierai via la polvere e magari “ci cascherai ancora”,
    che sia per un personaggio buffo o per uno tuttod’unpezzo,
    spero sappia riconoscere la potenza della tua fragilità.

    “settembre, dalle un bacio per me”

    Ciao GreciaColmenares

    • Già che mi citi Alberto Fortis mi sento molto meglio… la mia pazienza è infinita, poiché proprio oggi mi accingo a scrivere l’ennesimo scontro con Onassis che riesce ad alternare stronzaggine acuta a tristezza infinita…mi consolo con beato silenzio e creatività, che in balìa degli eventi ci son stata fin troppo.
      Settembre è rinascita.

  2. Carissina Norma, è sempre un piacere perdersi nelle tue mirabolanti avventure…in questo caso però lo è molto di più, almeno per me! Io adoro quella dolce caciottina di Topazio! Si tratta dell’unica telenovela seguita dalla sottoscritta dall’inizio alla fine (insieme alla nonna adorata, cosa di non poco conto)…avevo più o meno otto anni ed ero rapita dalla piccola Cenerentola moderna, capelli color oro e blush improponibile che la sfanga sempre e comunque e si trascina uomini innamorati, assassini, donne folli, terrificanti suicidi di cui ho ancora memoria! Insomma, per qualche anno pensavo di trasferirmi a Caracas al fine di trovare una vita perfetta, appagante e fortunata, proprio come quella della nostra eroina. Naturalmente questo non è avvenuto, anche perché l’idea di dividermi tra Gianluigi Sandoval, Butriaco e Daniele mi fa inorridire! Ecco, i personaggi di Tinder sono come questi tre esseri di genere maschile, inetti, egoisti, cattivi, insoddisfatti e chi più ne ha, più ne metta! Per essere veramente libera e rivoluzionaria, Caciottina avrebbe dovuto mandarli tutti a quel paese e rifarsi una vita! Invece no, come tante donne (purtroppo) si ritrova a perdonare chi l’aveva presa a calci, delusa, maltrattata. Il tuo ex, invece, sembra un incrocio tra Butriaco, per la cattiveria e l’invidia, e Giuliano, per l’intelligenza e la delicatezza che dimostra ogni volta che ha a che fare con te! Insomma, basta con questo Onassis! Che si rovini la vita come vuole, ma che lasci in pace la nostra Norma! Non è più tempo di perdonare!
    Bene…prima che mi lasci andare al turpiloquio la finisco qui…sono in attesa di buone nuove, della vera rivoluzione! Forza Norma, settembre è già qui!

    • Amica mia, sapevo avresti apprezzato il collegamento con Topazio e mi piace il paragone con il mix tra Butriaco e il timido Giuliano (il matto della taparita) ma come in tutte le telenovelas i cattivi fanno la fine che meritano, è in arrivo l’ennesimo colpo di scena per quanto riguarda Onassis.
      Ma il perdono in tutto questo non è contemplato, c’è pena, tanta, dolore, altrettanto, ma il perdono no, il perdono mai.

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