Tinder ai tempi del mundial

Incontro ravvicinato con la tazza del gabinetto, troppo vino, poco cibo, ventilatore a palla, EtaBeta che russa ed io che rigetto le paturnie degli ultimi mesi nell’attesa di sentire il fischio della teiera.

Estate inoltrata, presente.

Il compleanno di Onassis ha avuto una svolta surreale, mi ero limitata a scrivergli “auguri” su wathsapp e lui si è incazzato.

-“Manco una telefonata mi fai?”-

Mannaggia a me che accetto le sfide…

-“Hey!!!!”- risponde allo squillo, ma chi sei? Fonzie?

-“Auguri Onassis” – (47 anni e non sentirli)

-“Grazie! non pensavo chiamassi davvero”-  (tempo fa ho letto un meme che diceva “morirò di grazie al cazzo inespressi”)

-“Come va?”-  domando

-“Benone! blablabla, sai adesso sto uscendo con una ragazza di 21 anni…blablabla, andrò al concerto di Calcutta, blablabla…”-

e continua il monologo in viva voce, mentre taglio il melone e ascolto insofferente i deliri del mio ex marito che mi ha scambiata per… cosa? una sorella? un’amica? la cassiera del supermercato?

Che strano, mi accorgo che davvero ormai mi sono “abituata” alle sue cazzate, non provo più nessun dolore, come se fossimo separati da sempre senza mai esser stati insieme.

Il concerto di Calcutta…che quando lo ascoltavo io mi diceva “chi è sto deficiente?” .

E me lo immagino lì, in mezzo ai ragazzini, lui, con le sue magliette metal e i calzoncini corti, la barba bianca e i suoi teschi tatuati a cantare: “non ho lavato i piatti con lo Svelto è questa la mia libertà”…come può non sentirsi ridicolo? Che settimana scorsa io e la Mary Poppins siamo fuggite dal concerto dei Pinguini Tattici Nucleari quando il cantante ha dichiarato di aver dato la maturità nel “lontano” 2013.

Datemi una palla di cristallo e un mazzo di tarocchi.

Non vedo l’ora di chiamarlo per i suoi 50 anni e constatare che sarà ancora a casa dei suoi, in canotta, sulla poltrona, grasso e diabetico con una birra in mano, la scatola di CiccioBurgher aperta e una chitarra in braccio a guardare cartoni animati porno senza manco trovarsi il pisello per farsi una sega, con una condanna da scontare, la patente nuovamente ritirata e mille rimpianti buttati in chimiche rizzapene che non serviranno più.

Tantissimi auguri Onassis, per te è uscita LA LUNA NERA.

La Luna nera ultimamente comunque ce l’ho io, Luna storta più che nera.

Il lavoro si fa sempre più stressante, manca poco alle ferie e si sa, queste ultime settimane non passeranno mai… a breve partirò.

Avevo voglia di stare un po’ con EtaBeta, lui che riesce sempre a farmi star bene per quel poco tempo che passiamo insieme.

Un rapporto che rasenta la perfezione: intesa sessuale e amicizia, chiacchiere e distintivo, vino e musica, minchiate sparate a membro di segugio, racconti del passato e consapevolezza riguardo al futuro…invecchierà anche lui da eterno immaturo, ma lo farà senz’altro con uno stile diverso.

-“Va bene così”- dico a lui mentre tasta il terreno e le mie tette, prima che riparta con la filippica del “sono un casino“, lo azzitto con un bacio mentre mi lascio massaggiare il collo seduta sulle scale, guardando la Francia alzare la coppa del mondo.

Che in fondo chi se ne frega di questi mondiali, noi manco c’eravamo.

Ecco, la definizione giusta di questa storia con EtaBeta è come un mondiale di calcio a cui la tua squadra non partecipa.

Per carità, bello da vedere, partite grandiose e campioni immensi ma alla fine “sticazzi” di chi vince.

Manca il tifo e sta finendo la paglia che alimenta il fuoco, il sesso con lui mi piace ancora, anche con un piede solo…ah giusto, perché non vi ho ancora raccontato di come EtaBeta si è rotto il piede! provvedo subito perché questo momento merita di essere messo nero su bianco più di ogni altro.

Circa una mesata fa i miei sono andati in vacanza e io ho dovuto fare da guardia alla loro villa con piscina: il trasferimento da Poverolandia a Riccolandia è stato il vero supplizio di Giugno, non potete capire che immensa sfortuna finire di lavorare e andare a farsi una nuotata tra un mojito con Arale e la Betty e una cena con la Clara e la Poliziotta.

Non lo sentivo da un po’, EtaBeta.

Stiamo parlando di uno che passa dal ghosting allo zombieing senza farsi mancare l’orbiting sui social.

Quando ricomincia a mandarmi video divertenti e sminchiamenti vari su whatsapp, capisco che quello è il suo personalissimo modo per tenersi presente nella mia vita.

Ora, io non amo particolarmente quelli che della propria stronzaggine fanno un vanto, non è una cosa bella, l’arroganza e il delirio di onnipotenza non fanno per me e probabilmente io sono troppo leale per controbattere ed infierire su cose che i miei occhi vedono più come una debolezza.

Quindi invece di arrabbiarmi e lasciarmi andare ad inutili ripicche, prendo atto, vivo e lascio vivere, percepisco e lascio appunto che il fuoco di paglia faccia il suo corso, l’avessi fatto 13 anni prima invece di innamorarmi di un immaturo quanto premuroso Onassis adesso non avrei alcuna esperienza di cui far tesoro.

Siamo in piena fase the walking dead perciò, lui come se nulla fosse riprende a cercarmi tutti i giorni mentre io rispondo con le emoticons, quando mi accorgo che questa persona smette di occupare il mio pensiero con l’insistenza di prima.

 

-“E se vengo a romperti le scatole giovedì sera?”-  mi scrive.

 

E fu così che EtaBeta mise piede in quel di Riccolandia, quel che non sapeva è che ce lo avrebbe anche rimesso…un piede.

Arriva con comodo alle nove e mezzo di sera, portando un vino sotto gli standard e una bottiglia di Jack Daniels e da grande seduttore qual è comincia a baciarmi sul collo mentre preparo la cena, specificando che di grazia, son tre settimane che non batte chiodo, che per uno come lui è cosa insolita, un modo carino per dirmi che insomma… al momento sono l’unica donna della sua vita, o molto più probabilmente, sono l’unica che ancora gliela da.

Sto zitta riguardo a Ted Mosby perché a differenza sua, trovo estremamente scortese parlare di altri amanti o presunti tali, ma durante la cena ricevo una montagna di messaggi da quest’ultimo che vorrebbe una second chance e ridacchio sotto i baffi: uno a zero per me.

Forte del mio magnetismo scorpionico sciolgo i capelli, lascio scivolare le spalline e comincio a raccontargli all’orecchio quello che due persone adulte e consenzienti potrebbero combinare immersi in una piscina al chiaro di luna… tempo dieci minuti e lo sto guidando al buio, avvolta in un asciugamano verso il bordo vasca, dove resto in piedi e lascio cadere il telo.

Venere del Botticelli scansate, è buio e non mi sono mai sentita così figa.

La serata è calda, le stelle son milioni, io entro in acqua, mi siedo sui gradini, ci vedo. Lui no.

Il fatto che lui sia fortemente miope è una cosa che non avevo considerato.

Lui non vede gli scalini ed entra  a gamba tesa, perdendo immediatamente l’equilibrio, era con le mani sul bordo ma è scivolato fino a finire completamente dentro, occhiali compresi.

Mi raggiunge e comincia a tremare dal freddo, battendo i denti, io rido bastardamente mentre lo copro come il miglior James Brown con il mantello-asciugamano e sperando si riprenda lo riporto in casa, tiro fuori il ghiaccio e mi prendo cura di lui constatando alcune cose che in quel di Poverolandia non avevo mai notato:

  • Lui ha 45 anni.
  • Ha dei capelli assurdi.
  • E’ buffo.
  • E’ in imbarazzo.
  • Vuole riscattarsi.
  • Ha fatto una mera figura.
  • Sta rosicando.

Quella notte fu comunque una delle migliori passate insieme, erano appena cominciati questi stranissimi mondiali di calcio senza gli azzurri, noi facemmo l’amore nonostante il piede dolorante, mentre i Baustelle cantavano di musica sinfonica in discoteca e poco dopo ci stavamo addormentando abbracciati.

-“Cos’è che mi avevi detto l’altra volta?”- chiede

-” Ah boh, dico un sacco di cose”- rispondo

-“Dai…quando mi hai chiesto se stiamo facendo sul serio, ero nel dormiveglia ma ti ho sentito”-

Fu in quel momento che cominciai a sentire uno strano odore, come di bruciato… cos’è sta storia? mi metti in bocca parole che non ho mai pronunciato per affrontare un discorso che forse ti interessa?

-“Te lo sei sognato, oppure era un’altra“-  rispondo senza un briciolo di inflessione gelosa nella mia voce, e aggiungo: -“Se prima, quando pensavo a te, avevo i flashback del sesso, adesso ogni volta che penserò a te, ti rivedrò cadere in piscina…come posso far sul serio?”-  lo rassicuro ridacchiando.

E forse questa battuta avrà ferito il suo orgoglio, poche ore dopo mi sono anche sentita in colpa quando mi ha scritto dal pronto soccorso con il responso della lastra.

Ma davvero non posso farci niente, la sua caduta in acqua aveva uno stile particolarissimo, un volo tipo quello di Blatter per rimanere in tema F.I.F.A. anche adesso se ci penso rido.

Ed eccoci ad oggi, a questa notte insonne passata a vomitarmi l’anima mentre lui russa e io sento la voce di Valerio Mastandrea che dice “non so più er ghepardo de na volta”.

E la Francia ha vinto il mondiale di cui non ce ne frega niente.

-“Ti ho mai detto che mi piaci?”-

-“Sì, me lo hai già detto”-

Quante volte ci saremo visti in questi quattro mesi? nove, forse arriviamo a dieci ma non ha molta importanza.

Avevo voglia di vederlo, gli ho chiesto di venire presto perché volevo passare con lui un’ultima Domenica memorabile, prima che le vacanze e la psicanalisi di tutte le mie incertezze prendano il sopravvento sui miei tropismi…lasciandoli lì, abbandonati nei ricordi di un Sabato pomeriggio prima di Pasqua, abbracciata ad un uomo che mi piaceva più del previsto, tanto da volerlo subito cancellare e rivedere allo stesso tempo, nel risveglio di una sensazione che credevo di non poter più riconoscere, nello scadere di un paio di sue cialtronerie, nelle risate di una serata passata ad ascoltare musica, nelle canzoni di cui mi ha fatto innamorare, nella buca improvvisa che mi ha dato, nei suoi “ci aggiorniamo” prima di sparire, nei baci che non sapevo di saper ricambiare e nelle confidenze che ci hanno portato a diventare amici, con l’unico scopo di prendere il meglio da una relazione e fare in modo che non muti.

Ma quanta paglia servirà ancora per non ripetere sempre lo stesso copione?

Forse l’unica cosa da fare al momento è andare in ferie, prendersi una vacanza, una pausa da tutti i rapporti e rimanere concentrata solo su me stessa, che un giorno anche io compirò 50 anni e non posso rischiare di annoiarmi, volevo una Domenica memorabile ed ho caricato una sbronza, guardando una partita di cui mi importava zero.

E dovrò impegnarmi, voglio che la mia squadra torni a giocare il mondiale.

-“Ciao ragazza, ci aggiorniamo allora…”- mi dice sulla porta, stamattina.

-“Passa una bella estate”- rispondo io.

Ed è la prima volta che sento che non so se lo rivedrò davvero.

Forse ci tornerà la voglia di aggiungere altra paglia al fuoco, forse no, lo vedo allontanarsi di spalle, dalla finestra, con la sua andatura buffa, ancora lievemente claudicante.

Una parte di me esce di casa, attraversa la strada e lo abbraccia da dietro sussurrando un addio, io invece rimango qui.

A respirare forte l’aria di un temporale imminente.

 

Per te…che forse sei meglio di prima

e un po’ ti conviene

per te che se ti chiamano ragazza

ti fa un po’ male il cuore…

 

 

 

 

 

 

 

P.S. Noi ci aggiorniamo sicuramente a Settembre, grazie mille a tutti voi che leggete, che sia un’estate fantastica per tutti noi.

Vi voglio un bene matto

Norma Castadiva

 

 

 

 

 

 

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12 commenti su “Tinder ai tempi del mundial

  1. Le tue “colonne sonore” sono sempre una meraviglia, sia da leggere che da ascoltare. Che sia un’estate splendida per te, non vedo l’ora di rileggerti.

  2. non capisco cosa intendi quando dici che dovrai impegnarti, che vuoi che la tua squadra torni a giocare il mondiale…..mica vorrai tornare nella vecchia squadra?
    Ma davvero mi molli così??? fino a settembre come faccio io senza la norma?
    scherzo, passa una bellissima estate e divertiti!

    • ma che scherzi? io tornare nella vecchia squadra? intendi con Onassis? ma manco morta, tranquilla! (a parte che è fidanzato con una ventunenne ^_^)
      No, intendevo che forse sono un po’ stanca del fuoco di paglia 😉
      passa un’estate fantastica, bacio :*

  3. Averó il said:

    Canzone più bella non la potevi trovare! Adoro Motta e adoro i tuoi post, le tue “seghe mentali”, così simili alle mie ma molto più chiare. È illuminante notare come giungi alle tue conclusioni, sempre condite di ironia e con un’immancabile nota malinconica. Spero che questo agosto sia speciale per te e che succedano tutte le cose che vorrei leggere…❤

  4. Vanessa il said:

    Primo tuo pezzo che leggo e mi ha colpita molto!
    A volte, almeno per un po’, un etabeta può essere terapeutico soprattutto dopo Onassis….

    Vado a recuperare il resto

    • Benvenuta su La Callas canta, grazie di questo commento Vanessa, sono davvero contenta che ti abbia colpito questo pezzo e concordo su quanto sia stato terapeutico questo fuoco di paglia per me… spero di ritrovarti a Settembre 😉

  5. conosco la sensazione, l’esigenza di mandare in ferie i rapporti quando avverti che è tutto giusto ma qualcosa manca, percepisco questo da quest’ultimo pezzo…e anche dal penultimo. So che ci saranno svolte, sviluppi e ancora analisi interessanti ma sicuramente la costante rimarrà una sola: il tuo ex marito farà esattamente la fine che hai descritto

    • oddio, io sono un tipo malinconico a prescindere, spesso me ne faccio anche scudo, lo ammetto.
      Quanto alle svolte, gli sviluppi e soprattutto le analisi interessanti spero di averne come spero che la costante sia quella (con un pizzico di cattiveria che tutto sommato merita) grazie del commento <3

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