Tinder ai tempi della polenta lenta

Ma sì.

Non è che ci voglia poi molto.

E allora eccomi qui di nuovo a scrivere mentalmente, mentre mi accorgo che il mio “fidanzamento” con EtaBeta è durato meno di quello di Asia Argento e Fabrizio Corona e che le mie amiche fanno domande a cui non ho voglia di rispondere perché tutto quello che vorrei fare con queste vacanze, è giocare coi miei nipoti di giorno, ubriacarmi di sera e guardare tutto Gossip Girl su Netflix di notte.

“E’ tutto un dare e avere” diceva lui quella sera, mentre mi versava il vino e cominciavo a trovare perfino belli gli occhi celesti.

E no che non mi fido degli occhi chiari, è un dato di fatto.

“Sarebbe così semplice essere uomo e comportarsi da uomo”, pensavo…”fosse questo che gli uomini vogliono!” chiarezza innanzitutto: che blateriamo a fare se non ci diciamo niente di che?

“Sì, ok, quando parto a manetta, parto a manetta, ma non sono qui per uno Scialpi post cena e un cinepanettone sul tuo divano”.

Che poi mi raffreddo perché se proprio stai cercando di conquistarmi, fallo almeno con Vacanze di Natale 90, dove lo sclero di Abatantuono nei confronti della vecchia vale più di un qualsiasi Natale a Miami.

Comunque, amici della Callas, il sunto è questo: ho quarant’anni, siamo sotto le feste, sto per firmare la richiesta di divorzio da Onassis e questo è il mio terzo appuntamento post-EtaBeta con un Tinderos che miracolosamente non mi trova indifferente.

Certo, la prima uscita è stata un po’ imbarazzante, per rompere il ghiaccio ce ne è voluto, ma era da un po’ che il tipo mi broccolava in chat e mi sembrava a posto…oltretutto costui si trova ad una distanza chilometrica ragionevole e facilmente raggiungibile.

Non ci sarà “l’anauanauei” ma è una persona normale, senza cartelli che urlano “Sono un casino”, senza promesse anti-sentimento a prescindere, senza traumi particolari, smolli ad un passo dall’altare, tradimenti e lati oscuri psicopatici…lo dimostra il fatto che mi ha accompagnata alla porta, mi ha baciata e non ha insistito per entrare.

Il che ha alimentato le mie pippe mentali lì per lì, non sono mai contenta, lo so.

Il giorno dopo mi ha telefonato e siamo andati a fare una passeggiata in città, tutto normale, galante, premuroso, gentile,mi fa le domande giuste, cerca di mettermi a mio agio, lo conosco un po’ meglio, non ha nulla che non va, mi accompagna addirittura a casa dei miei, mi pomicia in macchina con trasporto, tiene le mani a posto e se ne va.

Ok, non sarà Keanu Reeves, ma il lato positivo è che non ha nemmeno la sua proverbiale sfiga, sulla carta non abbiamo molto in comune ma quando parlo sento addosso tutto il peso della sua attenzione, che per come ero “abituata” con EtaBeta beh…fa strano.

Si capisce vero che non mi va di parlarne? Per dovere di cronaca il nostro ex amico dalle sembianze aliene al momento si trova a Londra.

E sta bene lì.

Ogni tanto manda qualche minchiata su whatsapp alla quale non rispondo e come direbbe Cannavacciuolo: “ADDIOS” con due d.

Torniamo dunque a questo Tinderos che è riuscito a farmi ridere l’altra sera a cena.

Si parlava della banalità delle cover band miste, tipo quella in cui suona Onassis:

-“Ormai Zombie dei Cramberries la suonano dappertutto, specie dopo la dipartita di Dolores, è peggio dei classiconi tipo Smoke on the water”-

-“Hai ragione, te li immagini i bambini al saggio di flauto cocki delle medie che suonano Zombie?”-

Lo so che basta veramente poco per far colpo su di me, lui imitava il il bimbetto col flauto di plastica producendo il suono nasale di una Dolores in versione aigh scull miusicol, a me usciva la birra dal naso.
Questo per dire che quantomeno riesce a farmi ridere e a non farmi pensare ad Onassis a letto con Jackie e ad EtaBeta che rimorchia sulle rive del Tamigi.

Dio se mi manca quella cosa lì.

Dai che avete capito.

In teoria “solo di ricordi” potrei camparci altri due anni, ma in pratica mi assale la tristezza perché poteva andare in un altro modo, per quello che provavo io, con EtaBeta, si poteva anche parlare di amore.

Quindi sono esattamente 44 giorni che non c’è verso di assecondare la fantasia, nè da sola e tanto meno in compagnia.

E’ come se fossi diventata una monaca sotto quel punto di vista, i baci col nuovo Tinderos sono belli ma non accendono nessuna fiamma e magari non è proprio una buona idea quella di starmene qui sul suo divano a fingere interesse per un Vanzina d’annata tra cigarettes & coffee e una coda dell’occhio che coglie lo sguardo.

Comunque non è che adesso dopo un matrimonio finito e una storia chiusa io stia cercando qualcosa di particolare…e questo invece non capisce, coccole e paroline dolci, vino e grappa e io che vorrei dirgli “quando mi salti addosso e la fai finita?”

No, sai… ho da vedere se mi ricordo ancora come si fa e scusa mio malcapitato, basta con questo Loveacciuallì, non c’è bisogno di far troppo i romantici, non voglio che mi vuoi “già bene” e  “quantoseibellaquandoridi” e per carità, non parlarmi di futuro!

che al massimo chiedo a Paolo Fox. O a Pierre La Sultana.

Ecco, lo sapevo.
Ecco, lo sapevo, dannazione.
Mi è saltato addosso troppo tardi e ho altro per la testa.

Penso che dovrei tornare a casa e portare a pisciare i cani.

Penso che voglio farmi una doccia col felceazzurra e penso che domani devo andare al negozio a comprarlo.

E già che ci sono lascio il curriculum.

Che voglio morire al pensiero di un ipotetico lavoro in quel negozio, fianco a fianco con la iettatrice del paese che ti augura di trovare un uomo al più presto.

E che quell’uomo ce l’ho addosso, mi piacerebbe quanto basta ma eccola lì quella strana sensazione.
Ed eccolo lì il panzone tatuato con la squinzia che io mi devo “sciacquare la bocca” prima di parlare di lei.
Loro due nell’albergo a Trastevere, lei che lecca rubinetti e vasche da bagno, lui che la fotografa mentre lei imita il finale di 13 reasons why.

Centosettanta euri a notte e mai meno di due notti.

E lui che compra il cialis online per reggere sto turn-over rischiando di infartare da un week-end all’altro.

Penso a quell’altro che sì che sapeva baciare, sì che sapeva come fare, eccheppalle, quando mi ricapita un’intesa così.

E questi baci non risvegliano nulla, sono più in coma di Biancaneve e qualcosa non va, qualcosa si interrompe. E mi blocco.

E lo fermo.

E lui bestemmia e mi dice ridendo : –“ma niente niente sei un po’ figa di legno?”-

Me ne vado indignata ma c’ha proprio ragione, non ci riuscirò mai più, finirò alla stazione dello scalo al posto della Tellinona, coi capelli cotonati e il ditone del piede che sbuca dal sandalo mentre sfamo randagi e gatti, fumando pippini e sbattendo ciglioni ad ogni muratore o netturbino di passaggio.

In sella al mio macinino suono il clacson per farmi riaprire il cancello. Devo uscire il prima possibile.

-“Seee certo, che provi ad aprire la portiera…che credi che sta macchina abbia la chiusura centralizzata?”

-“Abbassa il finestrino!”- mi fa cenno

-“scusa…”- e non mi esce altro mentre il gelo entra in auto,

-“Guarda che non mi arrendo mica, chiamami tu però, non aspetto in eterno”-

Ed è la prima volta che guido da brilla in vita mia.
Con il cruscotto spento per colpa di un elettrauto rincoglionito, questa strada tutta discesa e curve,
questi Depeche Mode che proprio non aiutano.

E io non riesco nemmeno a vedere dove sto andando, a ritrovare la strada di casa.
E tra una settimana sarà un altro anno ed ho già accumulato abbastanza debiti da dovermi cercare un lavoro extra al negozio di saponi della iettatrice.

Non ho idea di come festeggiare, magari mi organizzo all’ultimo, magari decido già da adesso di starmene sola a casa “scegliendo la vodka e Chaka Khan”, guardando il capodanno di raiuno costruendo mille messaggi ubriachi all’ex marito e all’ex amante inviando le brutte copie ad Alotta e i commenti sulle giacche di Amadeus al Drugo.

Tra cene in famiglia e tombole annoiate ecco che puntuale arriva il messaggio di “colui che non si arrende” e proprio nel momento migliore: cena con Mary Poppins, la Lol e la Poliziotta, party pre-capodanno a casa mia a base di grappa che bevo solo io, polenta lenta e sugo bruciato.

ATTENZIONE: DIALOGO TRA DONNE CHE PARLANO DI UOMINI IN ARRIVO, SE NON SIETE PSICOLOGICAMENTE PREPARATI SALTATE IL PARAGRAFO.

-“Dai, fallo venire, che ti frega!”- suggerisce MaryPoppins, -“fallo venire in tutti i sensi”-

-“Ti crei il problema solo perché è una persona semplice, uno che cerca una storia normale e non esclude i sentimenti a priori”- incalza la Poliziotta.

-“E poi digli di portare una scala così ti cambia la lampadina e ti smonta sto bastone della tenda che non si può vedere!”- insiste la Lol, non proprio felice di cenare a lume di piantana e piuttosto contrariata per il risultato della mia polenta lenta.

-“Basta co sti maschi che fanno i complicati, che sono un casino e che vogliono solo scopare. Hai finalmente trovato Charles Ingalls ragazza, fatti aggiustare la casa e abbatti sto muro di pregiudizio che hai tirato su”-  continua.

-“Io non ho pregiudizi, è solo che davvero con lui la conversazione è miserella e per quanto mi piaccia fisicamente non credo che ci siano i presupposti…”-

-“E’ che sei ancora legata all’uomo d’affari che veniva qui e trovava cena, vino e sesso…vuoi fare l’amante a vita di uno che vuole essere solo libero di fare il cazzo che gli pare?”- domanda impertinente la MaryPoppins.

-“Ma non era solo questo, ci aiutavamo a vicenda, c’era un’armonia che con questo Charles Ingalls non sento, non mi sento a mio agio, non so se mi spiego”-

“No, no, si è capito. Anche se è ora che lo ridimensioni un po’ sto Diodelsesso dall’ego smisurato.” sentenzia La Poliziotta, -“Fa strano eh…essere corteggiate e rispettate”- 

-“Ma se mi ha detto che sono figadilegno!”-

-“Era una battuta! senti, tu lo avrai pure conosciuto su Tinder ma io lo conosco da anni, è una brava persona, anche se fa il contadino e non ha tredici lauree come EtaBeta. E un domani potresti pentirtene di non avergli scritto stasera.”-

“E poi Santa Pace ultimamente sei intrattabile, l’astinenza ti rende insopportabile” ecco il colpo di grazia della Lol.

Magari tra cinquant’anni, nella nostra fattoria, quando il mondo sarà popolato da zombies come in the walking dead, ricorderò il momento in cui la Poliziotta mi convinse a mettermi insieme ad uno normale. E le altre due a scoparci perché sto diventando acida.

Così gli scrivo e lo invito a casa mia mentre finisco la grappa e mi faccio restaurare dalle amiche quantomeno per rendermi presentabile…via la tuta di pile, una ravvivata ai capelli morti una truccata leggera per non far la fine della Tellinona dello scalo.

Le amiche se ne vanno e arriva lui con regalo di natale e cioccolata che non mangerò perché non c’è l’arancia. Ciondolo d’ambra e qui siamo già al “t’appartengo e io ci tengo ti giuro amore di un amore eterno.”
Mi chiudo in bagno e lascio che i cani se lo studino a dovere, sbircio e lo vedo che non li sta cacciando via, anzi…li accarezza.

“E piangi sola chiusa in bagno per la festa del pre-capodanno…”

Certo, potevo risparmiarmi dichiarazioni del tipo: “ok, stasera ce la posso fare a non passare per pazza, giuro che gliela do!”

E che è sta tachicardia? Oddio, un attacco d’ansia!
Secondo voi com’è finita amici della Callas? Esatto, l’ho cacciato via.

 

E poi mi son vomitata la polenta.

E alle sette di mattina del 29 Dicembre 2018 stavo correndo, sotto la pioggia.
-“Chiamami tu o non mi vedi più”-

Perché mi pare giusto dare un ultimatum.

E il bello è che iniziava a piacermi ma son talmente sfiduciata che boh.

Nel mentre due notti insonni, messaggi su whatsapp di Onassis che mi comunica che suo padre sta per essere operato e che potrebbe morire, ferie forzate fino al 6 Gennaio e manco posso buttarmi nel lavoro a capofitto.

Immagino già il funerale con Jackie vestita di nero che lo tiene per mano e mi mostra il piercing sulla lingua, prego per la salute di mio suocero più per me che per lui… fortunatamente sopravvive.

Sospetto che il poveretto abbia infartato alla notizia che il matrimonio della Meravigliosa Bubble si terrà in una loggia massonica, perché non c’è mai fine al peggio.

Lo so che rompo le balle al Drugo coi pallettoni musicali-cassetti della memoria fino alle tre di notte, ma non dormo e penso che ci vorrebbe un altro seminario di terapia di gruppo in cui tutti
strillano “IO SONO, IO SONO ” e non senti la tua voce e cosa stai urlando, cosa sei tu.

Mi viene in mente che provare l’ayahuasca non deve esser tanto diverso, se passi un’ora a vomitare e il resto dello stone a piangere.

Quindi passo una giornata in stato semi-catatonico in cui ascolto Tori Amos come se non avessi un domani e piango senza un perché come Biancazzei.

EtaBeta che mi manda canzoni di spotify non aiuta, il raffreddore e la partenza dei nipotini nemmeno.

Penso “che altro può succedere a me dopo un incidente stradale, una separazione, pessimi incontri tindereschi, un potenziale grande amore finito per eccesso di ego e un fidanzamento sfumato con uno che aggiusta le cose?”

Ma una marana di rotture spropositate di coglioni quali:
– stufa a gas che momenti scatena un incendio
-scarichi del bagno intasati
– traslochi improvvisi a casa dei miei e viaggi a vuoto e perdite di tempo fatti con il macinino.
-Sempre di sera e sempre col cruscotto spento.
E non lo so nemmeno io come ci arrivo al 31 e come mi viene in mente di chiamare Charles Ingalls, a sorpesa, senza dirlo a nessuno.

E senza ubriacarmi e senza nemmeno mettere manifesti d’autoconvincimento nelle dieci chat aperte, ecco che decido di fare tutto con la mia testa, perché se c’è una cosa che mi piace di questo qui, è la determinazione: o lo chiamo io o sparisce.

Finisce che dormo da lui per due notti di fila e mi dimentico in un colpo solo matrimoni infranti, di minuetti e lacrime, suoceri moribondi ed ex cognate spose massoniche, cessi scoppiati e stufe incendiarie.

Che come nel famoso episodio della chat con la Clara  #cercasiCharlesIngalls non è una roba così fantascientifica e che posso permettermi ancora un po’ di confusione sentimentale, che non ci sarà la ruota di Iva Zanicchi ma almeno è tornato lo “yeah uao” e porca paletta se ci voleva.

E ieri serata perfetta, uno Scialpi a casa mia, aggiustamento della stufa, cambio lampadine e un po’ di musica.

E non lo so nemmeno io perché.

Perché alle 4 di mattina del 2 gennaio 2019 mi ritrovo a guardare quando è stato online l’ultima volta il Folgorato su messenger e a chiedermi chissà dove sta.

E chiudendo la chat mi parte quel fottuto saluto da stalker pazza.

-“Ciao Norma, buon anno! come stai?”-

 

Torno ad ascoltare Levante canta Dalla e a crederci un po’.

Felice anno nuovo.

 

 

 

 

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