Tinder ai tempi della reunion #1

Eccola lì, la copertina del momento.
La reunion vent’anni dopo…Dawson, Jen, Pacey e Joy, la foto simbolo di tutti noi ventenni invecchiati.
Ma quanto era bello essere single ai tempi di anuanauei?

quando eran permesse robe tipo: innamorarsi di qualcuno e farsi tremila paranoie leggendole di riflesso nel telefilm adolescenziale (e paranoico)  del momento.

Bellissimo quando bastava passare una notte sotto un cielo stellato, a parlare di musica, cinema, sminchiamenti vari e sigle di cartoni animati, per rincoglionirsi abbastanza da pronunciare frasi come: “ho incontrato l’uomo della mia vita!”. Una vita fa, vent’anni fa.

E oggi “al tempo delle reunion” io mi riunisco con me stessa, sono 39.
E il mio matrimonio è finito da un anno, in modo alquanto rocambolesco.

Di nuovo single, ma con: un lavoro, un affitto da pagare, due cani, degli amici nuovi, attacchi di panico nuovi, interessi nuovi, spunti artistici e psicanalisi.

Aggiungiamoci anche: i capelli bianchi, i chili in più, le smagliature e la cellulite e due tette troppo grandi per non soffrire la forza di gravità. E da qui si capisce che solo l’insicurezza cronica è quella cosa che mi fa sentire ancora un’adolescente ribelle dentro.

Ma va bene così, devo accettare anche questo lato di me e farne spallucce.

E sono circa 9 mesi e ventuno giorni che non faccio sesso.

Qualche incontro interessante lì per lì c’è anche stato, ma ero ancora troppo arida e ferita nei sentimenti per passare ore annoiate in cene e aperitivi, senza avere nemmeno la voglia di intavolare una conversazione decente.

E un giorno diluvia e io mi passo sta domenica di noia alla ricerca di un film idiota, il più trash possibile, magari prima faccio un giro su facebook…e mi imbatto in un articolo sulle dating app.
Oh, era un articolo di Salvatore Aranzulla  che indicava i migliori siti di incontri! e io di Salvatore Aranzulla mi fido ciecamente, mi ha salvato la vita in diverse occasioni.

Valutiamo questa ipotesi: io vivo di fatto in mezzo al nulla, ho poche chances di incontrare qualcuno,
tra non molti mesi avrò quarant’anni e appena penso al futuro vedo: io che spargo cibo per gatti per le strade del mio isolato.

E sono in tuta, con un berretto di lana in testa e la sigaretta in bocca.
Meglio agire prima che il pensiero negativo costante si trasformi in realtà.

Perché la realtà attuale è che mi sento bene, mi vedo di nuovo bella, ho perso tanto peso, sono ancora giovane. E quando metti “quell’ancora” davanti alla parola “giovane”, realizzi che stai invecchiando. O come dico io: “entrare in quell’età matura dove è ora di smettere di fare cazzate”…infatti, “abbiamo almeno sei mesi ancora per fare quest’ultima”, rifletto.

Ma quali sono le app del momento? Tinder è la tendenza.

Telefono a  Betty sondo il terreno, so che la usa:

“Lo devi provà, male che va ti fai un sacco di risate a guardà i profili con le amiche”
che capirai, invita quattro donne a sfoglià un catalogo di maschi deficienti o interessanti e hai risolto la serata!

Scarico l’app.
Le recensioni sono incoraggianti:

“ha una chat di merda ma alla fine si riesce a scopare quindi va bene”  oddio, beccherò dei Piccoli Lord immagino… ma devo capire bene come funziona.
Creo il mio profilo, posso mettere fino a sei foto.

Potessi vedere le altre donne per capire com’è la concorrenza…metto una serie di scatti che mi raccontano negli ultimi mesi ed una citazione di una canzone di Lucio Dalla nella bio.

Nient’altro, non ho nessuna voglia di spiegare il trauma che mi ha portato su Tinder.

Cosa cerchiamo?
50 km di distanza dai…al massimo.
Età?
Mettiamo massimo 40, per farci un’idea dei coetanei, dai 37 ai 40.
E via all’app che cerca persone nelle tue vicinanze…se ti piace scorri a destra, sennò scorri a sinistra e lo elimini, fantastico!
Essendo imbranata come poche al mondo, scorro subito a destra con l’illusione di poter tornare indietro a riguardare il tizio carino a cui avevo messo un nope immotivato, e metto un like a uno che c’ha la foto di un gatto.

Cioè io metto il like a un gatto!

E un nope a un umano, a posto!

Lasciamo stare…è destino.

Respira Norma, respira.

Aumentiamo la distanza, arriviamo alla città, aumentiamo anche l’età…43 dai.
Ricominciamo…ah, fammi vedere che tipo è questo…scorro in basso per leggere il profilo, ma non lo avevo aperto prima: gli metto un superlike a membro di segugio. IT’S A MATCH!!!
che cavolo? con chi? ah…con questo…perfetto! un ciclista, io odio i ciclisti specie quando me li trovo tutti belli allargati dietro una curva.

“dove sei?” mi scrive…
ma manco gli rispondo…

Continuo a sfogliare, becco pure uno che conosco, amico di un mio ex, per carità!
Spuntano nuove compatibilità, il gatto mi scrive: “non vivo molto lontano da te, magari un giorno ci prendiamo un caffè a metà strada.” e già il pensiero di dover far chilometri per conversare con uno che al 90% è sposato, brutto e probabilmente anche noioso, non mi garba granché.

Perché nessuno mi colpisce veramente?
Verso sera si fanno vivi tutti…25 compatibilità! forse ho esagerato eh…

Venticinque volte ho scritto (in una chat che funziona a singhiozzo) come mi chiamo, che lavoro faccio, in che zona vivo…sempre le stesse domande di rito, finché uno non mi scrive colpito dal mio brano Spotify, probabilmente usa questa app nel modo sbagliato, cerca di conoscere persone nuove perché da poco trasferito.

Ci prende la chiacchiera capisco subito che ha da poco chiuso una storia, io lo stesso, mi ispira più fraternità e amicizia che altro.

Passano i giorni e tutto procede a meraviglia sulla strada del “ma che davvero siamo tutti depressi a st’età?” e scorro profili in cui trovo uno abbracciato a una tigre, uno che limona col cane, uno che si fa il selfie con Fedez.

Mi si apre un match: Ah sì quello col cappello!

Ciao sono Quellocolcappello, piacere di conoscerti Norma

-Ciao, piacere mio

-Che zona sei? Io xxx

-sono un po’ fuori zona mi dispiace, non viviamo nemmeno nella stessa regione!

-ah… ma io conosco la tua zona perché ci passo per lavoro.

-Bel cappello comunque!

-Grazie, mi piacciono i cappelli! Che tipa sei? io: Allegro, affidabile e passionale.

-Oddio, devo definirmi? tranquilla, onesta e passionale.

-Ti piacerebbe conoscere gente nuova, passionale?
(Capito come va a finire…questo vuole il sexting, ma voglio proprio vedere dove va a parare un reale approccio da “progettiamoci la o.n.s.”)

Perché no? 

Mi scrive il suo numero e…la curiosità è troppa.

E poi confesso, voglio farlo con un perfetto sconosciuto, uno a cui non freghi niente del mio passato, del mio lavoro, del mio stress quotidiano, del mio lato artistico, del punto di vista da cui osservo le cose, dei film e delle serie tv che guardo su netflix e che non me parli di musica, trash televisivo e pubblicità anni 80…che quelle sono conversazioni che sfociano automaticamente nella friendzone perché producono visione di un abbagliante tranvata che potrei prendere pensando di aver sposato uno, dodici anni fa, seguendo codesti principii anauanauei.

Ho sofferto di innamoramento precoce per troppo tempo della mia vita, voglio solo uno con cui passare del tempo, magari conoscendolo in maniera marginale: io sono libera, tu sei libero, ci piacciamo abbastanza per farci le cose che annunciamo nei messaggi vocali, poi ci salutiamo e chi se ne frega se non richiami. Perché io non ti cercherò.

Con Quellocolcappello si comincia a parlar di vedersi, una chiacchiera piuttosto maliziosa, che ben presto è sfociata in una roba ai confini della realtà: in una settimana piuttosto incasinata, camminare in uno stato di perpetua eccitazione non è proprio il massimo della vita…ma ci voleva.

Ci videochiamiamo (consiglio spassionato, vedersi prima di vedersi onde evitare brutte sorprese) e decidiamo di vederci per domenica mattina. A pranzo da me.

E’ un uomo molto bello per lo standard di uomo che di solito mi attrae, comincia a prendermi il panico e la paura fa capolino.
Le amiche se la ridono, invento il metodo di sicurezza: fotograferò la targa della sua macchina e la mando alla Poliziotta prima dell’incontro.

La Poliziotta è la mia amica di fiducia di Tinder e sono fortunata perché se la ride ma è anche preoccupata. Dovrò avvisarla ogni due ore che sto bene.
Mi sembra un rimedio efficace.
Passo il sabato a farmi bella…da quanto non lo facevo con queste intenzioni?
Non dormo molto, ho la stessa dose di voglia e paura, sono ansiosa in entrambe le emozioni.
Domenica alle 11.40  Quellocolcappello mi chiama dal parcheggio. Non gli ho dato il mio indirizzo, esco e gli vado incontro.

Fotografo la targa, lo faccio davanti a lui rassicurandolo…
“Così se mi uccidi sanno chi sei” e aggiungo un sorrisetto perfido molto Leosiniano.
Due bottiglie di vino, tuta dell’adidas, abbigliamento da gita fuori porta…è venuto davvero a fa’ ginnastica questo!

Come chiudo la porta dietro di me assisto incredula alla seguente scena da film americano: lui posa le bottiglie sul tavolo, allontana i cani che lo festeggiano, s’avvicina a me che sono ancora attaccata alla serratura e i vestiti finiscono tutti per terra.

Camera da letto è un fantasioso: doppio Tolup e triplo Rittberger.

Poi chiacchierata classica: che fai nella vita?  ci si racconta un po’, si apre il vino, si fuma e si scopa di nuovo. Ma quale pranzo? oh…se c’hai fame in frigo c’è della roba.

Non abbiamo molto in comune, mi fa ridere, è simpatico…ma mi dice che deve andare a vedere la partita perché la Juve gioca alle 18.

Che ci crediate o no sta cosa mi ha tranquillizzata…non mi innamorerò mai di uno così.
Il fatto che è un fan di Vasco me ne ha dato la certezza.

Quellocolcappello mi saluta dopo quattro ore e mezza con abbraccio fraterno, onde evitare che si rifinisca a letto.

Ci sorridiamo e ci ringraziamo…come mi sia uscito quel “grazie” ancora non lo so, ma più che altro il lato bello di certe situazioni è il conoscersi e anche constatare che sì…è stata solo ginnastica.

E io sono di nuovo libera quando se ne va…perché avevo l’esigenza di tornar sola il prima possibile.
E improvvisamente la gattara sparisce dalla visione del mio futuro: e mi vedo sessantenne vestita da Hippie che sbuca da una roulotte in mezzo al bosco.

La prospettiva è sempre disastrosa, ma almeno migliora.
Ah…ha iniziato a nevicare.
Un anno fa ero ancora ignara del fatto che da lì a poco sarei tornata single… fuori nevica, domani non si lavora, si dorme fino a tardi.
E sono questi i momenti in cui improvvisamente, lo sento da lontano quel “turutururu turuturutu…anuanauei”.

E mi spunta un sorriso, lo immortalo e me lo tengo stretto.

 

 

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